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Three More sleepless nights

Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Garage Zeami

THREE MORE SLEEPLESS NIGHTS

di Caryl Churchill
traduzione di Massimiliano Farau

regia di Lorenzo Lavia

con Lorenzo Lavia e Giorgia Salari

aiuto regia Livia Mastrodonato e Alessandro Minati
musiche originali Giorgio Stefanori

grafica Kreattivamente
Illustrazioni Clelia Bove

produzione esecutiva Arianna Mattioli e Daniele Muratore

Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Belli dal 10 al 14 Ottobre 2017 nell’ambito della rassegna
Trend – nuove frontiere della scena britannica – XVI edizione
a cura di Rodolfo Di Giammarco

A quante coppie capita di ritrovarsi a letto, la sera, a parlare della giornata appena passata, della vita, della quotidianità?
E a quante coppie capita di ritrovarsi a letto a discutere, sino anche a litigare furiosamente, sulla giornata appena passata, sulla vita sulla quotidianità?
A letto, la sera, le coppie, danno il peggio di sé. A volte. Spesso. I meccanismi di sopravvivenza incominciano a non essere più così scorrevoli, la convivenza diventa tolleranza, i difetti diventano insormontabili montagne di cui non si era mai prospettata la presenza. La crisi coniugale. Si urla. Si sta in silenzio. Ci si lascia. Più o meno l’evoluzione è questa.
Ma che succede se anche quando si incontra un nuovo amore e ci si lascia andare ad una nuova convivenza si vanno a reiterare i comportamenti che avevano messo fine a quella – drammatica e devastante – precedente?Caryl Churchill ci mette proprio di fronte a questa eventualità, senza darci però una risposta. Lascia questo interrogativo nelle righe sincopate ed essenziali della sua drammaturgia che gli attori devono cavalcare come farebbero con un purosangue non domato.
Nella mia rilettura del testo, le coppie, quelle nuove e quelle vecchie, sono proiezioni degli stessi personaggi, che passano attraverso ad un caleidoscopio e permettono agli spettatori di osservarne peculiarità e banalità.
Sono gli stessi due attori che interpretano i quattro personaggi che si incontrano e le tre coppie che di volta in volta si avvicendano, la sera, a letto.
Perché siamo sempre noi, quando diamo il peggio e quando crediamo di aver imparato a dare il meglio.

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